I Cavalli Trilitici di Castelfranco Veneto
Dalla Pietra all'Arte
Una scultura non nasce solo dall'opera dell'Artista. A lui spetta il compito di estrarre l'Arte dalla Pietra, ma anche altri professionisti danno il loro contributo alla creazione.
i Cavalli Trilitici di Castelfranco sono realizzati ognuno in tre o quattro blocchi megalitici di Travertino Romano per un totale di undici blocchi pesanti fino duecentocinquanta quintali ciascuno. Per questa opera, si sono dovute tagliare in cava e lavorare oltre duecento tonnellate di materiale.
Per questo grande sforzo si sono impiegati uomini e macchine in una delle cave della Caucci S.p.A. a Tivoli presso Roma.
FASI DI LAVORAZIONE
- SCELTA DEL MATERIALE - Maggio 1998
ESTRAZIONE DEI MATERIALI - ESTRABA - Luglio 1998
- Preparazione e taglio della bancata
Taglio orizzontale effettuato mediante una tagliatrice a catena FANTINI costituita da una lama con cingoli fatti ruotare da motore elettrico. La lama effettua il taglio per abrasione, con continua presenza d'acqua. - Taglio di Testa e Taglio di Bancata
Taglio verticale e successivamente taglio parallelo alla dimensione maggiore della bancata, effettuati mediante l'utilizzo di macchine rotanti a volano che utilizzano filo diamantato. - Ribaltamento della Bancata
Ribaltamento della bancata effettuato mediante cuscini pneumatici inseriti nel piano verticale parallelo che determinano la caduta della banca per contrasto. La caduta avviene su appositi baggioli di detriti e scaglioni di travertino disposti con una pala meccanica, per attutire l'impatto ed avere un primo frazionamento del materiale litico.
- Preparazione e taglio della bancata
SCELTA E SEGNATURA DEI BLOCCHI UTILI - Luglio 1998
- Scelta dei Monoliti
La scelta degli undici monoliti da utilizzare per la scultura dei tre cavalli, è avvenuta dopo un'accurata analisi della qualità del materiale "terzo barco", che presenta faldature coerenti ed articolate con una buona variazione di racconto geologico, colore paglierino con striature chiare e qualche inclusione grigia. In un primo momento si era pensato di utilizzare il travertino "Bernini", idea successivamente scartata data la sua disomogeneità nel taglio a grandi blocchi. - Disegno delle parti
Le varie parti, gambe, tronchi e teste, sono state segnate sulla bancata in modo che le faldature risultassero tutte orizzontali ed in successione dal basso verso l'alto, secondo la naturale stratificazione geologica. - Le Dimensioni
In questa fase, le dimensioni dei blocchi ortogonali segnati, contenevano le misure esatte dei prospetti maggiori delle figure dei cavalli, più gli sfrasi di lavorazione, eccedendo invece, nella dimensione della profondità, dato che le bancate di travertino hanno uno spessore compreso fra 160 e 170 cm. Altezze e larghezze delle bancate variano nell'ordine di decine di metri.
- Scelta dei Monoliti
- FRAZIONAMENTO DEI BLOCCHI - Luglio 1998
Dopo questa prima fase di misurazioni, i blocchi segnati sono stati sezionati dalla bancata, mediante appositi cunei spacca roccia a tre elementi in acciaio, posti lungo linee di fori realizzati con martello pneumatico con punta a "Fioretto". I cunei vengono battuti con mazze fino alla rottura del banco. - TRASPORTO IN SEGHERIA - Fine Luglio 1998
I Blocchi estratti alla Estraba (Ind. Caucci), sono stati trasportati in un piazzale appositamente predisposto, adiacente ad una linea di macchine monolama, servita da carroponte. - I BOZZETTI - Luglio 1998
Copia in alluminio dei bozzetti, in scala 1:20 da utilizzare in cantiere è stata tratta dagli originali in gesso e realizzata presso la fonderia Corredato in Veneto. - GRAFICI PREPARATORI
I disegni sono stati realizzati a partire dalla segnatura degli assi cartesiani su ciascuno degli undici elementi dei bozzetti. Le sei facce di ogni elemento sono state rilevate e riportate in scala 1:20 su carta quadrettata, ottenendo più di settanta tavole descrittive. SGREZZATURA - 1 Settembre 1998
- Fase di sgrezzatura
La fase di sgrezzatura è iniziata con l'intestatura: tagli secondo falda, eseguiti con monolama e filo diamantato, per determinare l'altezza dei pezzi e rendere parallele le due facce di partenza. Sulla superficie di queste due prime facce, inferiore e superiore di ciascun monolite, sono stati riportati degli assi ortogonali, e su questi, con una griglia a maglie 20 x 20 cm, riportati in scala 1:1 i rilievi precedentemente prodotti. - Monolama: tagli interi ortogonali ed obliqui
Il monolama è un telaio fisso, dove si eseguono tagli dall'alto verso il basso, con lama dentellata, continuamente bagnata da acqua. I blocchi, caricati su un carrello che scorre su binari perpendicolari al taglio, vengono baggiolati per dare, dove possibile, la giusta inclinazione al taglio. Tutti i movimenti dei blocchi sono stati effettuati con il carroponte. - Piccoli tagli paralleli con monolama
Si è praticata una serie di tagli distanti circa cinque centimetri l'uno dall'altro, con profondità variabile, per rendere scalzabile il marmo. - Scalzatura con cunei spacca roccia
I cunei sono stati usati per staccare grosse masse di materiale in falda , in contro falda, o in versi diagonali alla faldatura. - Mazza e Mazzuolo
Mazza e Mazzuolo, permettono di percuotere e rompere parti di materiale in spigolo o precedentemente reso scalzabile da una serie di tagli.
- Fase di sgrezzatura
SCULTURA E FINITURA - Ottobre 1998
- Tagli con disco diamantato
Attrezzo con disco diamantato dentellato con diametro di 25 cm, che permette di sezionare e separare parti interne ai precedenti piani di sgrezzatura. - Scalpellatori elettrici
Per le fasi di sgrezzatura e scultura sono stati usati scalpellatori elettrici da 6 a 24 joule di potenza, come SPIT e BOSCH. - Scalpellatori ad aria compressa Cuturi.
- Tagli con disco diamantato
TRASPORTO E MONTAGGIO - Gennaio 1999
- Il trasporto da Tivoli a Castelfranco Veneto è avvenuto su tre camion dove sono stati distribuiti i carichi degli undici monoliti, che all'arrivo sono stati stivati da un'autogrù nei pressi dei plinti di fondazione, appositamente predisposti.
- Sono stati fissati ai blocchi dei perni d'acciaio e si è proceduto al montaggio delle gambe su putrelle predisposte sui plinti, per formare il livello di partenza. Su queste si sono collocati i corpi muniti di perni facendoli collimare con i fori predisposti alla sommità di ciascuna gamba; e così per le teste. In fine si sono dislocati i marmi della pavimentazione e riempite le intercapedini fra plinti e sculture.
- ILLUMINAZIONE DEL COMPLESSO SCULTOREO
I punti luce sono stati dislocati a terra, per ottenere una illuminazione dal basso verso l'alto, due per ciascun soggetto, più altri tre per l'integrazione.